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1 metro e 82 centimetri, il nuovo Pi greco

<<Nel marzo 1988, al museo Exploratorium di San Francisco, si tenne per la prima volta il Pi Day, una giornata dedicata a uno dei numeri più importanti nella storia della matematica e della scienza, il Pi greco (π). Si scelse di festeggiarlo il 14 marzo, data che nella grafia anglosassone si indica 3/14 così come le prime tre cifre del π: 3,14. Sono in realtà solo le prime tre, perché il π, così come tutti i numeri definiti trascendenti, ha un numero infinito di cifre dopo la virgola (sul sito ufficiale del Pi Day se ne può vedere il primo milione, ma in realtà ne abbiamo da poco calcolate 50mila miliardi).

Il π è anche detto costante del cerchio perché nasce dal rapporto tra la lunghezza di una circonferenza e del suo diametro: una circonferenza, a prescindere dalla sua grandezza, è lunga 3,14 volte il suo diametro. Ma l’utilizzo del π va ben oltre le sole circonferenze. Si ritrova infatti negli ambiti più disparati, nelle equazioni della fisica e dell’ingegneria, nell’architettura, nella biologia e nella statistica. Si ritrova anche dove non verrebbe naturale cercarlo, come nel rapporto tra la lunghezza di un letto del fiume e la distanza in linea d’aria tra la sorgente e la foce, o come negli schemi ripetuti sul pelo degli animali con strisce o macchie (come i leopardi o le zebre).>>

Ma oggi, possiamo dire, che il nuovo numero è 1,82!

1 e 82:

quando sarà finito tutto questo rimarranno sono le tre cifre della distanza a ricordarci in sintesi come andava la vita in Italia al tempo del coronavirus.

Le strette di mano sono vietate, gli abbracci anche, e nei luoghi pubblici c’è da rispettare quella certa lontananza

Il ciao ciao con la mano profumata di alcol è il gesto al momento più popolare.

Le conseguenze sono molte: “scambiatevi un gesto di pace” durante la messa ad esempio e, paradossalmente, la vita social che da anni  tutti proviamo a combattere a favore della vita sociale segna un netto sorpasso.

Lezioni scolastiche, il caffè al bar, la passeggiata in piazza, gli incontri sportivi, le Sante Messe e altro ancora non sono più “vita reale”, questo ha comportato che la nostra stessa vita è diventata un gigantesco streaming e siamo diventati web dipendenti! (Benedetto chi lo ha inventato… aggiungerei!)

Non incontriamo persone, ma chattiamo con loro, non andiamo in chiesa ma ci colleghiamo su Facebook, non andiamo al lavoro ma facciamo lo smart working, non vediamo i parenti ma li videochiamiamo anche se abitano nella nostra città o nella stessa casa.

Questo virus ci ha fatto cambiare nettamente, le abitudini, la sveglia, l’andare a letto regolarmente e, in compenso, abbiamo scoperto una vita nuova, diversa: passiamo più tempo in cucina, con i figli (quando non sono a “scuola virtuale e finiscono i compiti esagerati”), guardiamo un film tutti insieme come non succedeva da tempo, insomma la nostra vita è davvero cambiata.

Affacciandomi dalla finestra, vedo un po’ di vita: camminate in solitaria, passeggiate con il cane (vorrei mettere un contapassi ai poveri cagnolini che passano davanti casa, ogni ora con un “padrone diverso”, ma il cane… uguale), jogging come se non ci fosse un domani e, trattori in movimento immediato appena uscito il decreto nuovo!

La fascia più “debole”, gli anziani, sono quelli che devono stamparsi addossi il nuovo numero: 1,82 perché loro sono i più in pericolo da questo virus, anche se non sono affetti da gravi patologie.

Già, 1,82 metri…

Ma questa distanza, basterà davvero? Sarà in grado di tutelarci anche quando la vita tornerà alla normalità?

NORMALITA‘… ma come sarà la nostra vita dopo? Riusciremo a restare a 1 metro e 82 centimetri di distanza “consigliata”?

L’uomo ha una “brutta” storia di adattamento e il coronavirus potrebbe essere un serio problema semplicemente perché noi tutti pretendiamo di non modificare le nostre abitudini, non vogliamo nuove regole, non vogliamo “scomodità” e tantomeno rinunciare al nostro “sistema di vita”.

Basta veder cosa succede sui social, nella politica, davanti ad un supermercato. Appena viene “violato” un nostro diritto ecco che parte l’offesa, la retata mediatica, la voglia di offendere chi la pensa diversamente da noi.

Ma allora, dopo, quando finirà tutto, ci servirà un aiuto psicologico?

Questo non è dato saperlo, ma ciò che so è che il nuovo Pi greco si chiamerà “Cor-182” dove “CO” sta per covid-19 e “182” per 1 metro e 82 centimetri!

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