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La guerra in sanità è davvero infinita?

Franco di Biase

Oramai siamo tutti a parlare di corona virus e di isolamenti vari.

È l’argomento del momento, come pure gli addetti alla sanità che stanno combattendo una vera e propria guerra.

A fronte degli eroi nelle trincee ospedaliere, esistono delle assurdità a livello “gestionale” della pandemia. Negli anni passati le uniche emergenze che abbiamo vissuto sono state i cataclismi naturali, alluvioni, terremoti, in alcuni casi generati, le alluvioni, dalla sfrontatezza umana nei confronti della natura.

Per far fronte a questi cataclismi nel corso degli anni ci si è affidati, in un primo momento, all’Esercito ed ai Vigili del fuoco, poi, dopo il terremoto dell’Irpinia, alla Protezione Civile.  In ogni caso si è sempre cercato di mettere mano alle emergenze in maniera meno dilettantesca possibile.

Professionale alle volte sembrava troppo.

La Protezione Civile, per come la vediamo noi profani dall’esterno, dovrebbe essere un “corpo” a se stante, una parte della pubblica amministrazione come dicevamo da ragazzi: “fischia e parte!” un branchia a se stante che dovrebbe lavorare autonomamente, ma in maniera automatica. Credo che abbia bisogno, comunque, la Protezione Civile, di servirsi di personale, che possa dirigere le necessità, le esigenze, in maniera organizzata e precisa, con massimo automatismo della vita amministrativa.

A livello nazionale la protezione civile ha fatto “scuola” con i danni provocati a La Maddalena, per il vertice dei G8 oppure per la ricostruzione dell’Aquila dopo il terremoto. Messo in pensione, Bertolaso è tornato in auge come consulente del presidente Fontana per la costruzione di un mega ospedale da campo alla Fiera di Milano. Oh, ricordiamo: l’ospedale da campo costruito in tempi record è stato realizzato dall’A.N.A. Associane Nazionale Alpini. L’ANA è una Onlus che si occupa di volontariato ed è composta da ex alpini. Quindi niente ha a che fare con l’Esercito Italiano.

Capiamoci!

Anche in Molise la Protezione Civile, messa su in maniera assolutamente clientelare e distrutta per eliminare i clientelismi di “quello di prima”, è assecondata alle voglie e manie della classe politica molisana. Ogni momento è buono, non per sfruttare le professionalità interne o da reperire “sul mercato”, ma per t**mbare qualche dirigente in favore di altro, solo per la “sinergia interna” della politica molisana.

Onore, merito e gloria a chi ci lavora in condizioni estreme di precarietà dettata dalle paturnie della politica.

Paturnie che spesso cozzano contro la voglia di lavorare dei pochi addetti, la voglia di fare qualcosa per gli altri, specialmente in periodi come questo.

Altra riflessione che viene da fare, sempre su questo filone delle “professionalità interne” da ricercare è la recente nomina del commissario all’emergenza coronavirus, un’eminenza regionale che potrà/dovrà sostituire il presidente della Giunta Regionale. Altro incarico politico, non tecnico.

In un momento di massima emergenza che mai aveva vissuto la popolazione mondiale ci si permette, in Molise, di affidare incarichi di tipo politico per gestire l’emergenza? Non mi sento ben governato!

Non mi sento ben governato perché vedere in televisione Presidente della Giunta Regionale, o suo delegato, Direttore dell’Asrem a snocciolare i numeri dei ricoverati ogni giorno, come notizia fondante dello sviluppo della pandemia, non mi sembra sia un modo per combattere la pandemia.

Sarebbe il caso di non rubare tempo al direttore dell’Asrem in un momento delicato come questo, sarebbe (forse?) il caso di formare una task force che presieda la lotta alla pandemia unendo tutte le amministrazioni del territorio, creando un unico modus operandi su tutta la regione. Inutile palleggiare la futura/prossima (ri)apertura degli ospedali chiusi, si sta avendo la sensazione che non si voglia aprire gli ospedale in attesa che il picco passi e si torni alla normalità.

Proviamo ad immaginare: apertura degli ospedali chiusi, passata la pandemia come ci si comporterà con il rapporto abitanti/posti letto? Mica si vorrà “rimischiare le carte” sugli attuali posti letto?

“a pensar male si fa peccato, ma alle volte ci si prende.” Giulio Andreotti

E dopo aver scomodato anche il Senatore Andreotti, Statevi arrivederci a quando tutto sarà passato

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