l Protocollo condiviso del 24 aprile, ripreso dal DPCM del 26 aprile, impone al datore di lavoro l’istituzione del documento per contrastare e contenere la diffusione del virus COVID-19 negli ambienti di lavoro.
L’obiettivo primario del datore di lavoro è quello di garantire la massima salubrità e sicurezza degli ambienti di lavoro anche rimodulando le modalità lavorative attraverso PROCEDURE e REGOLE di CONDOTTA atte ad assicurare alle persone ADEGUATI LIVELLI di PROTEZIONE.
La mancata attuazione del Protocollo che non assicuri adeguati livelli di protezione determina la SOSPENSIONE DELL’ATTIVITÀ fino al ripristino delle condizioni di sicurezza.
I controlli possono essere effettuati da: polizia, carabinieri, finanza, asl e direzione provinciale del lavoro.
Le linee guida del protocollo si basano su 13 punti:
1. informazione
2. ingresso
3. accesso fornitori
4. pulizia e sanificazione
5. igiene personale
6. DPI
7. spazi comuni
8. organizzazione aziendale
9. entrata uscita
10. spostamenti interni
11. lavoratore sintomatico
12. sorveglianza sanitaria
13. aggiornamento
L’azienda deve costituire un COMITATO per l’applicazione e la verifica delle regole del protocollo aziendale.
Se non viene costituito, verrà istituito, un Comitato Territoriale composto dagli Organismi Paritetici per la salute e la sicurezza con il coinvolgimento degli RLST e dei rappresentanti delle parti sociali.