Quale lingua imparare? Il cinese mandarino è la lingua più diffusa al mondo
Quando in terza media ti fanno la domanda “Che scuola superiore vorresti frequentare?”, in parecchi scelgono il Liceo Linguistico, non perché piacciano davvero le lingue, ma perché anche a 13/14 anni si capisce che saper parlare altre lingue può essere utile per il “tuo futuro”.
Allora la seconda domanda è “Quali lingue studierai?“. E qui si passa al tecnicismo!
Meglio parlare assolutamente l’inglese, meglio inserirci il tedesco che è la lingua del business, ma lo spagnolo non dimentichiamolo assolutamente perché è importante, e il francese dove lo mettiamo?
In pratica si pensa a queste 4 lingue in primis, ma poi arrivano le statistiche ufficiali mondiali e capisci che il cinese mandarino è la lingua più diffusa al mondo (per numero di parlanti). Su questo punto incide la demografia cinese: circa un quinto della popolazione globale parla cinese come prima lingua. Unite a loro i non nativi che capiscono il cinese perché l’hanno studiato e coprite gran parte del mondo.
Il mandarino è un po’ una ‘lingua franca’ in Oriente: Cina, Taiwan, Hong Kong, Singapore. Questo è utile anche nel momento in cui si cerca occupazione. Le aziende sono in cerca di opportunità non solo in Cina, ma anche nei paesi vicini. E nel momento in cui vi presentate sul mercato del lavoro, il vostro curriculum sarà più appetibile. A patto che… prendiate sul serio la loro cultura fatta di storia, arte e tradizioni!
Il gap culturale tra Occidente e Oriente non è da sottovalutare, ma è ciò che più affascina negli anni di studio. Una lingua così differente dalla nostra rispecchia anche un’altra visione del mondo. E il linguaggio è solo uno strumento per esplorarla.
Imparare il cinese significa studiare i suoi 5.000 anni di storia, il suo ricco patrimonio culturale fatto di romanzi, arte e film che riflettono la sensibilità di un popolo. Questa è la una base per conoscere e comprendere chi abbiamo di fronte e comunicare con lui efficacemente, anche quando si parla di business.
E’ molto difficile per un italiano imparare il cinese alla perfezione (difficile, non impossibile), per questo motivo le aziende potrebbero preferire le seconde generazioni di cinesi, persone nate in Italia da genitori cinesi. Ma conoscere la cultura cinese, con i suoi usi e i costumi lontani dai nostri, è molto apprezzato. Qualsiasi tentativo di accorciare la differenza culturale nel mondo degli affari è ben accolto.
Per chi vuole lavorare in Cina è indispensabile sviluppare una “intelligenza culturale”: questo significa non solo saper salutare dicendo nihao ma sapere anche che un biglietto da visita va accettato con due mani, che esiste la cultura delle guanxi, delle relazioni, e l’importanza e della mianzi, la faccia intesa come reputazione.
Studiando la storia e la cultura si interpretano le sfumature di comportamento, uno studio che va oltre i libri e richiede tempo e pazienza per approfondire.